Non sono solo il carattere epistolare, la brevità o quel senso di “incompiuto” a separare questo romanzo dai sei canonici del corpus austeniano. Ma piuttosto la scelta di una protagonista che sarebbe stata la naturale antagonista di una classica eroina austeniana (una donna voluttuosa, civettuola, manipolatrice e opportunista, che vive per il piacere del lusso e dell’adulazione maschile e tratta la figlia come un ostacolo fastidioso e oltraggioso – come se ne avesse colpa! – ai propri ambiziosi progetti), e una singolare schietta sincerità nel confessare intenti – crudeli, calcolatori o vendicativi – da parte di Susan e timori allarmati per la sua doppiezza quasi impossibile da smascherare da parte degli altri.
Riporto uno dei molti brani che mostrano sia l’essenza di Lady Susan – il suo disprezzo per la figlia e la falsità come scelta di relazione verso il mondo – sia la trasparenza nell’espressione dei sentimenti dei personaggi:
I suoi [di Frederica] sentimenti sono piuttosto fervidi e l’incantevole ingenuità con cui li mostra fa nascere la legittima speranza che sarà derisa e disprezzata da qualunque uomo la incontri. La sincerità non vale nulla negli affari di cuore e quella ragazza è sempre stata una sprovveduta, schietta per natura o per posa.Lettera 19. Lady Susan a Mrs Johnson