THE INFERNAL DEVICES SERIES book 3
“Clockwork Princess”
Eccitazione e sollievo, apprensione e timore, attesa e nostalgia. Sono solo alcune delle emozioni che assalgono quello speciale e privilegiato lettore che cade con tanta facilità e naturalezza in balia delle storie narrate nei libri, quando si accinge ad aprire l'ultimo capitolo di una saga che l'ha conquistato ancor più di tutte le altre. Tutte le aspettative sono riposte in quel plico di pagine, che potrebbero a molti sembrar solo un insieme fitto e ordinato di inchiostro nero su foglio bianco, e invece sono dotate di due armi straordinariamente potenti: la magia di portarti con loro, dentro di loro, e la facoltà di farti ridere, sognare, commuovere, arrabbiare e, nel lasso di poche intense, violente, strabordanti ore, consumare un'intera vita non tua. E Clockwork Princess non si limita a farne vivere una, ma più vite, più amori, più destini. Stupendo per l'originalità delle soluzioni e interrogando ogni singolo lettore con le questioni emotive e esistenziali che sollevano.
Cassandra Clare è sempre stata una garanzia in tal senso; da City of Bones, il romanzo che ha scritto i primi passi di questo fantastico viaggio che può prendere il nome complessivo di Shadowhunter Chronicles, attraverso poi le inaspettate vie che ha intrapreso – quella più solare e moderna nella New York dei nostri giorni della Mortal Instruments series e quella più cupa e fumosa nella Londra Vittoriana della Infernal Device series, giunta con questo volume alla sua conclusione. E così, molto probabilmente, sarà anche con l'attesa Dark Artificies series, la cui uscita è prevista per il 2015. Sempre l'autrice ha saputo, affiancandoli all'intrattenimento, affrontare argomenti essenziali e profondi – come il rapporto tra genitori e figli, l’accettazione del diverso, l’identità della persona determinata dal chi si decide di essere a discapito del chi si è per nascita, la meditazione sul valore e il senso dell’immortalità – senza evidente propaganda, ma attraverso i pensieri, le parole e le scelte dei personaggi stessi e il loro mondo interiore, invitando silenziosamente e spesso anche in modo invisibile alla riflessione.
Se c'è una tematica che spicca tra le altre, e che in questo ultimo volume acquisisce una rilevanza singolare, è forse quella della legittimità dell’amore oltre ogni possibile regola sociale e naturale. L'Amore nei libri della Clare non si lascia fermare dalle convenzioni, né ingabbiare dalle etichette, né intimidire da differenze apparentemente insuperabili o dalla sua stessa inafferrabilità e indefinibilità, dovuta alle tante declinazioni che sa assumere. Così, c'è l'amore tra Clary e Jace, che hanno continuato ad appartenersi e desiderarsi anche quando credevano di essere fratelli; e c'è l'amore tra Alec e Magnus, che ha abbattuto i muri sociali e personali del suo carattere omosessuale e ora combatte contro la differenza di età e di natura dei due, giovane e mortale uno, millenario e immortale l'altro; e c'è l'amore tra Simon e Izzy, due anime così differenti, appartenenti a due mondi diversi e in conflitto. E, infine, c'è l'amore tra Will, Tess e Jem. Sì, un amore condiviso da tre persone, un amore che non ha a che fare con l'espediente narrativo più sfruttato, il triangolo, ma che trova una sua inedita e forse non facilmente comprensibile dimensione di condivisione e partecipazione:
È con questo brano che la Clare giustifica la posizione di Tessa che, contro ogni canone letterario come – apparentemente – etico, non sceglie mai tra i due uomini della sua vita. [ATTENZIONE SPOILER] Sono infatti in qualche modo gli eventi a prediligere per lei Will come marito, il fato a permetterle di ritrovare Jem dopo la morte di Will e, infine, la sua condizione immortale a donarle la possibilità di trascorrere con ciascuno dei due, mortali (anche se uno in differita), una vita d'amore [FINE SPOILER]. Ma Tessa non sceglie, non rinuncia né elegge, semplicemente perché non può. Non si tratta di ignavia né di egoismo, però; piuttosto, nella sua condizione – privilegiata, certo, ma anche dolorosa – riecheggiano le parole di Clary in City of Ashes: “Quando ami qualcuno, non hai scelta. L'amore ti nega ogni scelta.” E la Clare continua a sostenere questa convinzione: è l'amore a dominare, a guidare e a insegnare all'uomo, non il contrario, e l'uomo è un illuso se crede di imbrigliarlo e dettarne regole, condizioni e limiti. Per questo risponde ai numerosi fan che hanno criticato il finale di Clockwork Princess accusandola di aver voluto furbescamente accontentare i due schieramenti (il team Wessa e il team Jessa), finendo invece col deluderli entrambi, così:
Per il testo originale di questo brano e per l'intera, interessante e convincente esposizione della Clare su scelte, motivazioni e spiegazioni circa la controversa soluzione del triangolo in Clockwork Princess e la criticata caratterizzazione della protagonista Tessa, è vivamente consigliata la lettura del post “Clockwork Princess and love triangles: the last post” nel sito dell'autrice (qui). Dilungarvisi in questa recensione sarebbe inappropriato, purtroppo; e del resto, già concentrando l'attenzione sul messaggio circa l'Amore presente nel romanzo, si è fatta una selezione limitante degli spunti offerti da Clocwork Princess, sacrificando la piacevole evoluzione dei sub plots, l'avvincente risoluzione della macrotrama, la forte impronta emotiva, gli stimolanti cross-over con la Mortal Instruments, la ricchezza di personaggi, points of view, idee narrative...
Insomma, che si sia apprezzato il finale o se ne sia rimasti delusi, che si condivida la concezione ontologica dell'Amore dell'autrice o che la si ridimensioni razionalmente o cinicamente, è indiscutibile che Clockwork Princess risponda pienamente, e anzi subissi, timori e aspettative da ultimo capitolo e sia una degna e coronativa conclusione di una saga che difficilmente abbandonerà i cuori dei suoi lettori.
“Clockwork Princess”
Eccitazione e sollievo, apprensione e timore, attesa e nostalgia. Sono solo alcune delle emozioni che assalgono quello speciale e privilegiato lettore che cade con tanta facilità e naturalezza in balia delle storie narrate nei libri, quando si accinge ad aprire l'ultimo capitolo di una saga che l'ha conquistato ancor più di tutte le altre. Tutte le aspettative sono riposte in quel plico di pagine, che potrebbero a molti sembrar solo un insieme fitto e ordinato di inchiostro nero su foglio bianco, e invece sono dotate di due armi straordinariamente potenti: la magia di portarti con loro, dentro di loro, e la facoltà di farti ridere, sognare, commuovere, arrabbiare e, nel lasso di poche intense, violente, strabordanti ore, consumare un'intera vita non tua. E Clockwork Princess non si limita a farne vivere una, ma più vite, più amori, più destini. Stupendo per l'originalità delle soluzioni e interrogando ogni singolo lettore con le questioni emotive e esistenziali che sollevano.
Cassandra Clare è sempre stata una garanzia in tal senso; da City of Bones, il romanzo che ha scritto i primi passi di questo fantastico viaggio che può prendere il nome complessivo di Shadowhunter Chronicles, attraverso poi le inaspettate vie che ha intrapreso – quella più solare e moderna nella New York dei nostri giorni della Mortal Instruments series e quella più cupa e fumosa nella Londra Vittoriana della Infernal Device series, giunta con questo volume alla sua conclusione. E così, molto probabilmente, sarà anche con l'attesa Dark Artificies series, la cui uscita è prevista per il 2015. Sempre l'autrice ha saputo, affiancandoli all'intrattenimento, affrontare argomenti essenziali e profondi – come il rapporto tra genitori e figli, l’accettazione del diverso, l’identità della persona determinata dal chi si decide di essere a discapito del chi si è per nascita, la meditazione sul valore e il senso dell’immortalità – senza evidente propaganda, ma attraverso i pensieri, le parole e le scelte dei personaggi stessi e il loro mondo interiore, invitando silenziosamente e spesso anche in modo invisibile alla riflessione.
Se c'è una tematica che spicca tra le altre, e che in questo ultimo volume acquisisce una rilevanza singolare, è forse quella della legittimità dell’amore oltre ogni possibile regola sociale e naturale. L'Amore nei libri della Clare non si lascia fermare dalle convenzioni, né ingabbiare dalle etichette, né intimidire da differenze apparentemente insuperabili o dalla sua stessa inafferrabilità e indefinibilità, dovuta alle tante declinazioni che sa assumere. Così, c'è l'amore tra Clary e Jace, che hanno continuato ad appartenersi e desiderarsi anche quando credevano di essere fratelli; e c'è l'amore tra Alec e Magnus, che ha abbattuto i muri sociali e personali del suo carattere omosessuale e ora combatte contro la differenza di età e di natura dei due, giovane e mortale uno, millenario e immortale l'altro; e c'è l'amore tra Simon e Izzy, due anime così differenti, appartenenti a due mondi diversi e in conflitto. E, infine, c'è l'amore tra Will, Tess e Jem. Sì, un amore condiviso da tre persone, un amore che non ha a che fare con l'espediente narrativo più sfruttato, il triangolo, ma che trova una sua inedita e forse non facilmente comprensibile dimensione di condivisione e partecipazione:
“Dicono che non si possano amare contemporaneamente due persone nello stesso modo” continuò Tessa. “E forse per gli altri è così. Ma tu e Will... voi non siete come due persone normali, due persone che potrebbero essere state gelose l'una dell'altra, o avrebbero immaginato il mio amore per uno di loro diminuito dal mio amore per l'altro. Avete fuso le vostre anime quando eravate poco più che bambini. Non avrei potuto amare tanto Will se non avessi amato anche te. E non potrei amarti come ti amo se non avessi amato Will come l'ho amato.”
È con questo brano che la Clare giustifica la posizione di Tessa che, contro ogni canone letterario come – apparentemente – etico, non sceglie mai tra i due uomini della sua vita. [ATTENZIONE SPOILER] Sono infatti in qualche modo gli eventi a prediligere per lei Will come marito, il fato a permetterle di ritrovare Jem dopo la morte di Will e, infine, la sua condizione immortale a donarle la possibilità di trascorrere con ciascuno dei due, mortali (anche se uno in differita), una vita d'amore [FINE SPOILER]. Ma Tessa non sceglie, non rinuncia né elegge, semplicemente perché non può. Non si tratta di ignavia né di egoismo, però; piuttosto, nella sua condizione – privilegiata, certo, ma anche dolorosa – riecheggiano le parole di Clary in City of Ashes: “Quando ami qualcuno, non hai scelta. L'amore ti nega ogni scelta.” E la Clare continua a sostenere questa convinzione: è l'amore a dominare, a guidare e a insegnare all'uomo, non il contrario, e l'uomo è un illuso se crede di imbrigliarlo e dettarne regole, condizioni e limiti. Per questo risponde ai numerosi fan che hanno criticato il finale di Clockwork Princess accusandola di aver voluto furbescamente accontentare i due schieramenti (il team Wessa e il team Jessa), finendo invece col deluderli entrambi, così:
L'ho scritto [il finale] per esprimere la mia convinzione che si possa amare in modo bellissimo, sconvolgente, profondo, più di una volta e più di una persona. L'ho scritto perché volevo vedere un triangolo amoroso in cui nessun amore venisse invalidato, e che includesse anche l'amore tra i due punti del triangolo: Will e Jem.
Per il testo originale di questo brano e per l'intera, interessante e convincente esposizione della Clare su scelte, motivazioni e spiegazioni circa la controversa soluzione del triangolo in Clockwork Princess e la criticata caratterizzazione della protagonista Tessa, è vivamente consigliata la lettura del post “Clockwork Princess and love triangles: the last post” nel sito dell'autrice (qui). Dilungarvisi in questa recensione sarebbe inappropriato, purtroppo; e del resto, già concentrando l'attenzione sul messaggio circa l'Amore presente nel romanzo, si è fatta una selezione limitante degli spunti offerti da Clocwork Princess, sacrificando la piacevole evoluzione dei sub plots, l'avvincente risoluzione della macrotrama, la forte impronta emotiva, gli stimolanti cross-over con la Mortal Instruments, la ricchezza di personaggi, points of view, idee narrative...
Insomma, che si sia apprezzato il finale o se ne sia rimasti delusi, che si condivida la concezione ontologica dell'Amore dell'autrice o che la si ridimensioni razionalmente o cinicamente, è indiscutibile che Clockwork Princess risponda pienamente, e anzi subissi, timori e aspettative da ultimo capitolo e sia una degna e coronativa conclusione di una saga che difficilmente abbandonerà i cuori dei suoi lettori.
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