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Ho aperto questo piccolo spazio per me, per raccogliere recensioni ed articoli scritti in questi anni come blogger (per Diario di Pensieri Persi) e redattrice (per Speechless Magazine e urban-fantasy.it), ma soprattutto come la lettrice maniaco-compulsivo-ossessiva che sono da sempre (eccomi su aNobii). Ma se tu, che ci sei capitato per caso, trovassi qualcosa di utile o interessante e magari desiderassi fermarti un poco per confrontarci e scambiare qualche chiacchiera sui libri, non potrò che esserne felice.

martedì 19 novembre 2013

"Jesus" trilogy di Yoshikazu Yasuhiko

Quello di Yoshikazu è uno sguardo disincantato sulla vicenda del personaggio storico Gesù il Nazareno e sulla nascita del Cristianesimo, come solo quello di una persona cresciuta completamente a digiuno di quel complesso e stratificato insieme di tradizioni e influenze implicite che costituiscono la trama della civiltà occidentale, potrebbe essere. 

Obiettiva, secolare, non scevra di un certo scetticismo per gli eventi meno naturali e più difficilmente dimostrabili, la ricostruzione della vicenda del Gesù storico è frutto di approfonditi studi e ricerche e risulta in buona parte credibile, in altre forzata alla ragione forse, ma comunque avvincente. A riprova che la vita di questo personaggio straordinario, che lo si ritenga figlio di Dio, un maestro illuminato o solo un uomo manipolato dalle forze politiche che animavano la Giudea dell’epoca, riesce sempre e comunque a coinvolgere, intrattenere, incuriosire, toccare il cuore e commuovere.


Affrontare l’impresa di cronicizzare e contestualizzare la breve vita dell’uomo storico Gesù, senza perdersi in un ginepraio di fonti, tradizioni trasmesse, testimonianze dirette o manipolate o insabbiate, è difficile se non impossibile. Non senza inevitabilmente sacrificare qualcosa, optare per una visione non olistica, selezionare una prospettiva cui rimanere vincolati e saldi. I Vangeli stessi, primaria fonte per la ricostruzione dell’intera vicenda, non sono cronistorie – non nelle intenzioni; e lo dimostrano le imprecisioni, i “buchi”, le differenze tra l’uno e l’altro –, ma veri e propri percorsi di fede: di coloro che li hanno vissuti e di coloro che li leggeranno. 

Ed è in effetti proprio questo il cammino che sembra seguire anche il giovane protagonista inventato da Yoshikazu, ch’egli identifica col giovane discepolo “che Gesù amava” (Gv 13,23; 19,26-27; 20,2; 21,7; 21,20), generalmente, ma non esclusivamente, invece identificato dalla tradizione esegetica cristiana con l’evangelista Giovanni: io narrante dell’intera trilogia, Giosuè incontra Gesù, ne diventa discepolo per obbedire agli ordini impartitigli da Barabba, ma inizia ben presto a stimarlo, ad amarlo e, soprattutto, a essere toccato e profondamente cambiato da Lui e dal suo messaggio. 

Coerente alla propria impostazione storica e razionalistica, Yoshikazu fa scontrare infine il suo protagonista con la realtà di un Messia morto e lo rende artefice della sua “finta” Resurrezione. Quasi ammettendo che il messaggio che Gesù portava era più importante della verità storica e per questo doveva essere mantenuto vivo, anche con una menzogna. Ma anche, al contempo, sostenendo l’inverosimiglianza del mistero glorioso su cui si basa l’intera religione Cristiana. 

I colori cupi e le pagine monocromatiche, il character design spigoloso dei personaggi e il tratto deciso usati da Yoshikazu, si sposano saggiamente con la storia narrata, confezionando una trilogia probabilmente suscettibile di numerose critiche, ma anche indubbiamente gradevole, di valore e lodevole stimolo alla ricerca e all’approfondimento personali.

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