Prima lucciola,
perché te ne vai?
Io sono Issa.
Con questo ultimo haiku si chiude la selezione proposta dall’editore Acquaviva dei lavori di Issa. Quasi a dire che dopo tutto quello che ha scoperto su di lui, pagina dopo pagina, sul suo amore, il suo rispetto e la sua costante meraviglia per la vita e per la natura, il lettore può ora pienamente comprendere il perché la lucciola non abbia alcun motivo di allontanarsi dal poeta. Lui è Issa!
Da queste pagine – proposte in un’edizione essenziale (una presentazione di poche righe e un haiku per pagina, senza testo originale a fronte o possibili letture) e di un'eleganza sobria squisitamente orientale – emergono con straordinaria limpidezza sia la luminosa visione della vita dell’haijin sia i suoi profondi dolore e sconforto. Anche se quello di Issa non è mai uno sguardo disincantato, disinnamorato o, peggio, arreso. Bastano due haiku, così simili eppure specularmente antitetici, a mostrare il cuore di un uomo in balia del cammino che la vita gli ha tracciato, cui a volte sa rispondere col sorriso, altre con umbratile ma quasi fanciullesco risentimento:
Le gocce di rugiada
cadono a una a una,
a due a due. È un mondo buono.
La prima cicala:
la vita è crudele.
Crudele. Crudele.
Non possiedo gli strumenti per indagare e valutare l’opera di Issa al di là del sentimento nato da una lettura attenta e partecipe, ma mi affido volentieri alle parole che usa D’Ambrosio nella sua breve ma incisiva prefazione, che esprimono al meglio tale sentimento:
"Issa canta la bellezza della vita sempre e comunque. Ogni giorno, ogni momento, anche nelle circostanze più banali, più insignificanti, più tragiche. Nelle altezze vertiginose del suo grandioso dolore la sua Poesia rimane impareggiabile anche per la profondissima saggezza e la sua inimitabile umiltà. Per questo Issa sarà sempre uno dei più grandi poeti del popolo giapponese.”
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