Ho letto tutti i libri pubblicati in Italia di Banana Yoshimoto. Hanno accompagnato i primi anni dei miei venti, quelli in cui si esce da quello strano limbo di incomprensione e isolamento che caratterizza l’adolescenza e si scopre che altre anime possono sentire – e sentono – quel che sentiamo noi, fanno le nostre esperienze, piangono le stesse lacrime, ridono delle stesse bizzarrie. Nelle realtà e nei personaggi tratteggiati dalla Yoshimoto – perché questo fa, tratteggia, con la sua scrittura leggera e fresca, dinamica e diretta, quasi una rielaborazione letteraria dello stile narrativo e espressivo dei manga – ho potuto rispecchiarmi (come in Shirakawa Yofune - Sonno Profondo) o saziare la mia sete di scoperta delle emozioni degli altri (come nel meraviglioso Tsugumi o nell’intenso Kitchen). Sono altri gli autori giapponesi che mi hanno illuminato, svelato nuovi orizzonti, insegnato (Mishima, Murakami, Tanizaki, Kawabata, Basho…), ma Banana è stata l’amica giapponese, una sorta di corrispondente dal Paese che più amo, con cui passare a ogni occasione (la pubblicazione di un suo nuovo romanzo o la rilettura) qualche ora insieme a scambiare confidenze, a raccontare impressioni, a scoprire usanze e modi di pensare, a sondare gli animi.
Benvenuto ^_^
Ho aperto questo piccolo spazio per me, per raccogliere recensioni ed articoli scritti in questi anni come blogger (per Diario di Pensieri Persi) e redattrice (per Speechless Magazine e urban-fantasy.it), ma soprattutto come la lettrice maniaco-compulsivo-ossessiva che sono da sempre (eccomi su aNobii). Ma se tu, che ci sei capitato per caso, trovassi qualcosa di utile o interessante e magari desiderassi fermarti un poco per confrontarci e scambiare qualche chiacchiera sui libri, non potrò che esserne felice.
lunedì 3 settembre 2012
sabato 1 settembre 2012
"La luce della Luna" di Nagai Kafu
Nel mondo fluttuante dove ogni cosa muta
L’amore non cambia mai nelle sue promesse di mai cambiare.
Canzone delle geishe
(in Storia di un mondo segreto – Geisha, di Lesley Downer)
Quella di Komayo è la storia di una donna divenuta per destino geisha e per vocazione eroina di un romanzo.
Probabilmente meno conosciuta in Occidente delle più famose Sayuri (protagonista di Memoirs of a Geisha, di Arthur Golden) e Tami (Jotoku – La virtù femminile, di Harumi Setouchi), pur essendo loro contemporanea e “sorella” Komayo sembra quasi appartenere a un’altra realtà; in parte per la sua vicenda personale che si discosta dalla loro, in parte per lo stile narrativo di Nagai Kafu. L’autore infatti, ben lontano dai toni intimistici e poetici di Golden, da quelli autobiografici della Setouchi, da quelli sensuali e scabrosi dell’autore anonimo di Romanzo di una geisha, e anche da quelli didascalici e nostalgici della Downer (Geisha. Storia di un mondo segreto)*, racconta la sua storia con uno sguardo disincantato e venato da un certo realismo cinico.
sabato 25 agosto 2012
"I segreti della Geisha"
Al pregio di una elegante e originale presentazione (una sorta di cartelletta rigida in tessuto, con chiusura in stile orientale, che contiene un libro a ventaglio da leggere dispiegandolo, proprio come le antiche illustrazioni giapponesi) fa purtroppo da contraltare il difetto di una eccessiva brevità, che non consente approfondimenti né chiarezza. La prima parte del libretto, infatti, dedicata alla vita pubblica delle geishe, pur potenzialmente interessantissima e ricca di informazioni, sembra più la sintesi puntuale di un brano già a sua volta riassunto di un testo originario, che non un’esposizione organica creata ad hoc per il libro; forse per questo motivo l’autrice è solo parzialmente attestata, avendo ben pochi meriti per quanto riguarda l’elaborazione.
venerdì 24 agosto 2012
"Il romanzo di una geisha", il regalo di un autore anonimo
Acquistai questa copia consunta e ingiallita dal tempo nel 2002 in un mercatino dell’usato, senza lontanamente immaginare si trattasse di un libro considerato raro e introvabile, e senza preoccuparmi dei contenuti squisitamente erotici del romanzo. Ero nella mia fase più intensa e totalizzante di innamoramento per il Giappone, quella tipica dei primi tempi in cui tutto ciò che appartiene a quel che si ama è meraviglioso e fonte di emozioni prepotenti; per cui, mi sentivo affamata di contatti, di informazioni, di esperienze che lo riguardassero, e il mio amore investiva qualunque cosa: lingua, cultura, religione, storia, letteratura, manie e bizzarrie incluse.
Così, la prima volta che lessi questo volumetto fui assorbita solo dai dettagli storici e dai termini giapponesi, dagli scorci che apriva sulle strade dello Yoshiwara, dalle tradizioni e dalla mentalità che emergevano in ogni episodio narrato.
Oggi, a distanza di dieci anni di vita ed esperienze personali, di studio della lingua, della cultura e della religione giapponesi, e, infine, di numerose letture, leggere Il romanzo di una geisha è stata un’esperienza più consapevole, un viaggio non solo della mente, ma anche della memoria e dei sensi.
sabato 19 maggio 2012
"Filosofando con Harry Potter" di Laura Anna Macor
La saga di Harry Potter possiede innegabili complessità e bellezza che ne hanno fatto un fenomeno mondiale, facendola entrare di prepotenza nell’immaginario collettivo e nella top list dei libri capaci non solo di segnare la propria epoca, ma di rimanere indelebili per tutte quelle successive. Possiede cioè quell’eccellenza che fa di un libro un’opera universale (vale a dire capace di parlare a tutti) e immortale (vale a dire capace di parlare a tutti ora e in futuro). Non a caso un conoscitore di letteratura come Stephen King ha dichiarato a proposito della saga e del suo protagonista: “Il mio pronostico è che reggerà alla prova del tempo e starà sugli scaffali dove vengono tenuti i migliori. Penso che Harry prenderà il suo posto assieme ad Alice, Huck, Frodo e Dorothy e che questa serie non si a qualcosa solo per un decennio ma per intere epoche.”
mercoledì 16 maggio 2012
"Nuova Terra. Gli occhi dell'erede" di Dilhani Heemba
Ci sono libri che rapiscono l’anima. La trasportano in luoghi mai visti prima, che le divengono così famigliari da convincerla di esserci stata da tempo; e le presentano volti e cuori prima sconosciuti, che le diventano così intimi da farle credere siano sempre stati dentro di lei. Ci sono libri che rapiscono l’anima per non lasciarla andare più. Perché non rimangono mere parole nero su bianco, ma prendono vita – vita vera – dentro di noi e conquistano un piccolo spazio tutto loro, che non abbandoneranno al chiudersi dell’ultima pagina. Nuova Terra è uno di questi libri.
Certo il suo notevole volume, che “costringe” a vivere dentro al suo universo per numerose ore, potrebbe essere considerato un valido alimentatore del coinvolgimento e della partecipazione che il libro induce nei lettori. Ma non è possibile limitare a questo la forza di Nuova Terra, il cui nucleo gravitazionale che trascina il lettore all’interno della sua esosfera, e non consente più di uscirne, è definito dalla consistente stabilità del suo mondo e soprattutto dalla concreta credibilità della sua protagonista. Il world-building di Nuova Terra è un’interessante combinazione di elementi tipici del fantasy e dello urban fantasy e di elementi riconducibili al distopismo postapocalittico, ma rielaborati in termini assolutamente originali che impediscono qualunque proposito di vincolare il libro al genere.
Certo il suo notevole volume, che “costringe” a vivere dentro al suo universo per numerose ore, potrebbe essere considerato un valido alimentatore del coinvolgimento e della partecipazione che il libro induce nei lettori. Ma non è possibile limitare a questo la forza di Nuova Terra, il cui nucleo gravitazionale che trascina il lettore all’interno della sua esosfera, e non consente più di uscirne, è definito dalla consistente stabilità del suo mondo e soprattutto dalla concreta credibilità della sua protagonista. Il world-building di Nuova Terra è un’interessante combinazione di elementi tipici del fantasy e dello urban fantasy e di elementi riconducibili al distopismo postapocalittico, ma rielaborati in termini assolutamente originali che impediscono qualunque proposito di vincolare il libro al genere.
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