La storia d’amore di Tristano e Isotta ha radici antichissime nelle leggende celtiche, ma ha attraversato i secoli indossando innumerevoli vesti, dalla versione “comune” del narratore normanno Béroul a quella “cortese” di Tommaso d’Inghilterra del XII secolo, dalla novella in versi Lai du Chèvrefeuille di Maria di Francia al più famoso Tristano in prosa, cui ancora non è stato attribuito un autore certo, che lega la vicenda al ciclo bretone e alla leggenda arturiana, sino ad arrivare ai nostri giorni e alle moderne rivisitazioni.
Difficile quindi ridurre a un’“unica storia vera” ciò che in realtà non ha mai finito di essere scritto, ma che invece sembra continuare a vivere e trasformarsi con l’andare dei secoli e delle mentalità, acquisendo nuove forme e nuovi messaggi a ogni nuova interpretazione. Infatti se è vero che la storia d’amore di Tristano e Isotta in sé ha indelebilmente acquisito un posto tra le più struggenti ed eccelse, pochi forse ne conoscono bene la trama originale e pochi ancora le infinite varianti; eppure è certo che possieda una potenza intrinseca tale da permetterle di rimanere vitale nell’immaginario collettivo e di adattarsi ai secoli e alle nuove visioni della vita e dell’amore…
Ad esempio la palese connotazione immorale e asociale dell’amore che lega i due amanti, che finiscono con l’infrangere quasi tutte le leggi etiche e i tabù esistenti all’epoca (adulterio, incesto, rapporti pre-matrimoniali, tradimento del legame feudale), con l’andare dei secoli, nelle nuove versioni della vicenda, viene in qualche modo smorzata, o facendo ricadere la colpa sulla magia che obbliga e istiga i due giovani a infrangere la propria rettitudine, oppure addirittura facendo di Tristano un fiero e leale cavaliere della corte di re Arthur. La rilettura fantasy della Nestvold arricchisce di elementi magici, di personaggi, di paesaggi la storia, e porta in un certo qual modo a compimento questa “tendenza riabilitativa” dei protagonisti.
In molte versioni, a partire da quella originale, l’amore tra Isotta e Tristano ha una determinazione non reale, perché nasce grazie a un filtro d’amore, così che risulta avere un che di artificioso, di costretto. Invece nella versione della Nestvold, Yseult e Drystan si innamorano in modo naturale, ingenuo persino. E continuano ad amarsi, profondamente, al punto da superare tutti gli ostacoli che li separano: il rancore, la menzogna, la separazione forzata, le differenze culturali.
Il libro è talmente ricco che è impossibile raccontarne ogni sfumatura, ogni emozione trasmessa, ogni scelta dell’autrice di discostarsi dalla tradizione o di riprenderne gli elementi, anche manipolandoli a favore dell’economia della narrazione. Racconta la guerra con crudezza e realismo, l’amore con sentimento e sensualità, la magia con naturalezza e fascinazione. E tratteggia in un meraviglioso affresco due mondi straordinariamente credibili e affascinanti. Quello di Eriu (Irlanda), dove la magia è ancora forte e vitale e, rappresentata dall’Antica Razza, la Feadh Ree, mantiene un potere politico e religioso; un mondo che però sta lentamente soccombendo alle fascinazioni del Cristianesimo e di una facile pace con i nemici al di là del mare. E quello di Britannia (Inghilterra) e Armorica (Bretagna) che vive un insolito sincretismo di influenza romana, antichi retaggi tribali, e speranze per un futuro di indipendenza, sempre in guerra a causa delle pressioni ai confini e delle macchinazioni politiche interne.
Yseult appartiene alla prima realtà, Drystan alla seconda, ed entrambi sono costretti ad adattarsi l’uno al mondo dell’altro riuscendovi talmente bene da non voler più tornare a quello di appartenenza. Sono loro e il loro amore la mediazione possibile, quasi suggerita, in questo confronto di culture segnate dalla magia e dalla romanitas, in questi due macrocosmi guidati dalla genuinità l'uno e dalla razionalità l'altro. Macrocosmi che l’autrice popola di numerosi personaggi singolarmente tridimensionali e concreti, in una ricchezza di personalità, di sentimenti e di intenti che rende il libro al contempo armonioso e vivido, reale.
Yseult appartiene alla prima realtà, Drystan alla seconda, ed entrambi sono costretti ad adattarsi l’uno al mondo dell’altro riuscendovi talmente bene da non voler più tornare a quello di appartenenza. Sono loro e il loro amore la mediazione possibile, quasi suggerita, in questo confronto di culture segnate dalla magia e dalla romanitas, in questi due macrocosmi guidati dalla genuinità l'uno e dalla razionalità l'altro. Macrocosmi che l’autrice popola di numerosi personaggi singolarmente tridimensionali e concreti, in una ricchezza di personalità, di sentimenti e di intenti che rende il libro al contempo armonioso e vivido, reale.
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