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Ho aperto questo piccolo spazio per me, per raccogliere recensioni ed articoli scritti in questi anni come blogger (per Diario di Pensieri Persi) e redattrice (per Speechless Magazine e urban-fantasy.it), ma soprattutto come la lettrice maniaco-compulsivo-ossessiva che sono da sempre (eccomi su aNobii). Ma se tu, che ci sei capitato per caso, trovassi qualcosa di utile o interessante e magari desiderassi fermarti un poco per confrontarci e scambiare qualche chiacchiera sui libri, non potrò che esserne felice.

mercoledì 20 novembre 2013

"Clockwork Angel" di Cassandra Clare

THE INFERNAL DEVICES SERIES book 01 “Clockwork Angel”
"Non aveva mai immaginato che il suo primo bacio sarebbe stato così breve, disperato e impetuoso. Né che avrebbe avuto il sapore dell’acqua santa. E del sangue."
Come sempre un libro della Clare è una garanzia, quella di essere qualcosa in più di un semplice scritto, nero su bianco. La sua scrittura è capace di creare realtà e personaggi straordinariamente tridimensionali, al contempo complessi ed accessibili, dotati del raro dono di entrare con naturalezza ma anche con prepotenza nell’immaginario della fantasia e nell’emozione del cuore! 

Nel primo capitolo di questa sorta di prequel alla meravigliosa saga Mortal Instruments, nonostante quindi l’emozione e il piacere siano gli stessi, la Clare è riuscita a distaccarsi notevolmente dalla sua prima creatura, creando un’opera che, pur poggiando sulla stessa mitologia già ben strutturata, ha una sua lodevole autonomia.

Incontriamo infatti tanti nomi ben conosciuti, amati o temuti, che fanno fare un piccolo salto al cuore alla prima lettura, e subito dopo immaginare le possibili connessioni di questi nuovi personaggi con i loro futuri discendenti, ma nessun “clone”, nessun personaggio stereotipato sul modello MI! L’unica personalità che torna, accompagnata da un piacevole senso di nostalgia placata, è quella frizzante, saggia e spassosamente disincantata del sempre colorato e fantasiosamente vestito stregone Magnus Bane

La stessa essenza intima dei personaggi è differente: nonostante un possibile background simile di delusioni e sofferenze, questi nuovi protagonisti sono molto più spigolosi, più consapevoli, meno freschi e soprattutto meno limpidi, lontani dal concedere spazi a ingenuità e leggerezza. E forse ancor più per questo risultano – tutti! – efficaci, anche se forse non indelebili nel cuore del lettore quanto Jace, Clary e compagni! Anche la storia d’amore, per ora a uno stadio embrionale e insidiata da un possibile triste triangolo, è burrascosa come un mare in tempesta, accesa di sentimento e tenerezza quando brevi luminosissimi raggi di sole riescono a fare capolino da dietro le nubi minacciose e scure, sempre, e troppo presto, da loro oscurati nuovamente… Differenti anche l’atmosfera, decisamente dark e arricchita da elementi visivamente gore, e l’ambientazione, perché invece che nella caotica, luminosa e vivace New York City, ci troviamo infatti nella grigia e piovosa Londra del 1878. Vale a dire dieci anni dopo la stipulazione degli Accordi, cioè i trattati di Pace stretti tra gli Shadowhunters e i Downworlders (i Nascosti, cioè i Figli della Luna – Licantropi, i Figli della Notte – Vampiri, i Figli di Lilith – Stregoni e i Figli di Lylic - Fate), che si muovono in un clima di malcelata diffidenza e in tentennanti tentativi di alleanze e collaborazione

E se devo ammettere di non aver apprezzato pienamente la location, non per la scelta (validissima e interessante), ma per non essere riuscita a sentire il profumo della Londra di fine 800, né di quella storica né di quella steampunk; accordo invece un voto pieno alla dimensione volutamente dark e alla caratterizzazione del lato oscuro dei Nascosti e degli Shadowhunters stessi, ben costruite, ben riuscite e soprattutto capaci di segnare una profonda distanza tra le due saghe e quindi di conseguenza tra i loro protagonisti

Evocative e sapientemente introduttive come sempre, le citazioni poetiche all’inizio di ogni capitolo scelte dall’autrice, e davvero bellissimo e denso dell’atmosfera che si respira nell’intero romanzo il componimento che compare all’inizio del volume scritto appositamente per il libro da Elka Cloke, Il canto del Tamigi, di cui riporto l'ultimo verso: 
Giù sulle rive serbatoi di ferro si accostano ondeggiando agli attracchi con il sordo boato di una campana gigantesca, di tamburi o cannoni che urlino in una lingua tonante, e sotto scorre il fiume. 
Insomma, un gran bell’inizio di saga, con un ampio margine di evoluzione della storia, dei protagonisti e dei sentimenti che li animano! E se non bastasse l’intero libro ad assicurare questa evoluzione, la promessa del grandioso che verrà è tutta contenuta nello spiazzante e allarmante epilogo, che rende davvero impaziente ed ardua l’attesa di Clockwork Prince!


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