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Ho aperto questo piccolo spazio per me, per raccogliere recensioni ed articoli scritti in questi anni come blogger (per Diario di Pensieri Persi) e redattrice (per Speechless Magazine e urban-fantasy.it), ma soprattutto come la lettrice maniaco-compulsivo-ossessiva che sono da sempre (eccomi su aNobii). Ma se tu, che ci sei capitato per caso, trovassi qualcosa di utile o interessante e magari desiderassi fermarti un poco per confrontarci e scambiare qualche chiacchiera sui libri, non potrò che esserne felice.

giovedì 24 ottobre 2013

"Lady Susan" di Jane Austen

Non sono solo il carattere epistolare, la brevità o quel senso di “incompiuto” a separare questo romanzo dai sei canonici del corpus austeniano. Ma piuttosto la scelta di una protagonista che sarebbe stata la naturale antagonista di una classica eroina austeniana (una donna voluttuosa, civettuola, manipolatrice e opportunista, che vive per il piacere del lusso e dell’adulazione maschile e tratta la figlia come un ostacolo fastidioso e oltraggioso – come se ne avesse colpa! – ai propri ambiziosi progetti), e una singolare schietta sincerità nel confessare intenti – crudeli, calcolatori o vendicativi – da parte di Susan e timori allarmati per la sua doppiezza quasi impossibile da smascherare da parte degli altri. 

Riporto uno dei molti brani che mostrano sia l’essenza di Lady Susan – il suo disprezzo per la figlia e la falsità come scelta di relazione verso il mondo – sia la trasparenza nell’espressione dei sentimenti dei personaggi: 

I suoi [di Frederica] sentimenti sono piuttosto fervidi e l’incantevole ingenuità con cui li mostra fa nascere la legittima speranza che sarà derisa e disprezzata da qualunque uomo la incontri. La sincerità non vale nulla negli affari di cuore e quella ragazza è sempre stata una sprovveduta, schietta per natura o per posa. 
Lettera 19. Lady Susan a Mrs Johnson 

venerdì 18 ottobre 2013

"La morte della Pizia" di Friedrich Dürrenmatt

Ogni libro di Dürrenmatt che ho letto pare avere il coinvolgente, cadenzato, onirico ritmo di una ballata e la straordinaria capacità di trasformare la rivisitazione e manipolazione di un mito in un nuovo e universale archetipo. Come Il Minotauro rielaborava il mito del Labirinto come luogo della segnalazione dell’alterità e del riconoscimento dell’ineluttabile solitudine cui è destinato l’uomo [vedi Specchless Magazine 01, pagg. 108-111], La morte della Pizia rianima il mito di Edipo come metafora dell’insondabilità e dell’inafferrabilità della Verità.

Nella versione di Dürrenmatt, capriccio, arroganza, premeditazione e corruzione hanno composto, con irriguardosa beffa nei confronti degli dei, la serie di oracoli che hanno fatto da guida alla vicenda di Edipo, Giocasta e Laio e della Sfinge. Qualcuno di questi personaggi ha creduto negli oracoli e ha seguito quello che considerava essere il volere degli dei; qualcun altro, invece, ha finto di crederci solo per tornaconto personale. Ma infine, qualunque sia stata l’intenzione al momento del vaticinio e qualunque sia stata la consapevolezza degli attori messi in scena, gli oracoli hanno comunque avuto compimento: forse amor fati, forse self-fulfilling prophecy o forse vero intervento divino, chissà. 

"Lost in Austen" di Emma Campbell Webster

Il 28 gennaio 2013, Pride and Prejudice ha brillantemente “soffiato” sulle sue prime 200 candeline, ancora fresco, intenso, comunicativo come il suo primo giorno di pubblicazione. In questi duecento anni, generazioni di giovani donne e adulte di ogni età hanno sognato tra le sue pagine, sui suoi personaggi immortali, sulla sua intramontabile storia d’amore. L’incredibile quantità di sequel, spin-off e retelling, che ogni anno ingrossa le proprie fila, testimonia la portata di questo romanzo, capace di essere sempre attuale, sempre romantico, sempre struggente, sempre portavoce della ricchezza, del valore e dell’indipendenza dell’animo femminile

Chi, tra coloro che l’hanno amato, non ha letto e riletto e letto nuovamente il romanzo sino a sgualcirne le pagine? Chi non ha desiderato almeno una volta vestire i panni dell’arguta e testarda Elizabeth e sognato di incontrare il proprio Mr. Darcy (l’uomo perfetto grazie alla sua imperfezione)?; o ancora sperato di poter leggere nuove pagine che raccontassero di loro, saltate fuori da chissà quale fortunato baule dimenticato in qualche solaio? 

giovedì 17 ottobre 2013

"L'origine della distanza" di Francesca Scotti

Il Giappone è il paese dei contrasti evidenti – nella sua continua tensione tra passato e futuro, tra tradizione e tecnologizzazione, tra orgoglio nazionale e occidentalizzazione – e dell’incoerenza sotterranea – nello scontro tra l’immagine pubblica dei suoi abitanti, discreta, ligia, rispettosa e quella più intima, nascosta, che tende alla trasgressione o alla fuga. Su questa seconda caratteristica sembra concentrarsi il romanzo di Francesca Scotti che con una scrittura nitida ed essenziale, efficacemente distaccata e asettica, racconta l’isolamento, l’alienazione, la distanza del titolo. Che non è quella dei chilometri che separano la protagonista Vittoria, partita dall’Italia alla volta del Giappone, da casa e da coloro che ama, ma quella che via via, sola in quel Paese, instaura tra sé e gli altri, tra sé e il mondo e persino con se stessa. 

lunedì 14 ottobre 2013

"Histoire D'O" di Pauline Réage

Disturbante, sconvolgente e morboso. Eppure, stranamente e quasi in modo inappropriato, “giusto”. Perché c'è qualcosa di "puro" nella trasparenza e nella sincerità di questo libro così eccessivo e per certi versi spaventoso. La storia di O dovrebbe scuotere e persino far inorridire, e così avviene quando la si racconta a qualcuno che ancora, nonostante il suo successo, non la conosca, ma non mentre la si legge attraverso i suoi occhi. No, immersi nel libro, tutto ciò che le accade appare “normale”, naturale. Perché lo è per lei. 

Ma chi è O? Chi è questa donna che non ha neppure diritto a un nome e di cui, al termine del romanzo, ancora non conosceremo i tratti e i colori?