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Ho aperto questo piccolo spazio per me, per raccogliere recensioni ed articoli scritti in questi anni come blogger (per Diario di Pensieri Persi) e redattrice (per Speechless Magazine e urban-fantasy.it), ma soprattutto come la lettrice maniaco-compulsivo-ossessiva che sono da sempre (eccomi su aNobii). Ma se tu, che ci sei capitato per caso, trovassi qualcosa di utile o interessante e magari desiderassi fermarti un poco per confrontarci e scambiare qualche chiacchiera sui libri, non potrò che esserne felice.

sabato 19 maggio 2012

"Filosofando con Harry Potter" di Laura Anna Macor

La saga di Harry Potter possiede innegabili complessità e bellezza che ne hanno fatto un fenomeno mondiale, facendola entrare di prepotenza nell’immaginario collettivo e nella top list dei libri capaci non solo di segnare la propria epoca, ma di rimanere indelebili per tutte quelle successive. Possiede cioè quell’eccellenza che fa di un libro un’opera universale (vale a dire capace di parlare a tutti) e immortale (vale a dire capace di parlare a tutti ora e in futuro). Non a caso un conoscitore di letteratura come Stephen King ha dichiarato a proposito della saga e del suo protagonista: “Il mio pronostico è che reggerà alla prova del tempo e starà sugli scaffali dove vengono tenuti i migliori. Penso che Harry prenderà il suo posto assieme ad Alice, Huck, Frodo e Dorothy e che questa serie non si a qualcosa solo per un decennio ma per intere epoche.” 

Riprova evidente di quanto la saga sia ricca e stratificata e si offra a molteplici interpretazioni è la copiosa letteratura che è sorta a farle da cornice. Sono stati scritti saggi approfonditi sul fenomeno in generale, sulla dimensione psicologica della saga e su quella pedagogica, su un suo messaggio etico o religioso, sulla sua dignità filosofica. Addirittura è stato scritto un libro sulla realtà culinaria nella saga, che propone tutte le ricette dei cibi e delle bevande apparsi nei sette libri, babbani o magici che siano e uno che ne analizza la scienza. E numerosissime sono ancora le pubblicazioni che intendono esserne un compendio riassuntivo, che ne analizzano le difficoltà di traduzione, la riuscita o meno della riduzione cinematografica, la possibile replica del successo a livello di marketing. Se a tutte queste “voci” più tecniche aggiungiamo quelle appassionate dei fans che hanno scritto pagine e pagine e pagine e ancora pagine di fanfic sulla saga, indicando l’incredibile potenzialità narrativa di ogni personaggio e di ogni microcosmo creato dalla Rowling, allora il quadro diventa davvero smisurato! 

 Ma esattamente cosa conferisce alla saga questa eccellenza, questa capacità di parlare al cuore dei lettori, di affascinarli, di conquistarli, nonostante la pluralità di recezioni e di interpretazioni, di età e di propensioni? Non possono essere solo il sollievo e la meraviglia dell’immergersi in un mondo fantastico, come non può trattarsi solo del piacere tratto dal ricco e ingegnoso stile dell’autrice e dalla sua capacità di creare un mondo completo, coerente in ogni minimo dettaglio, autarchico , autofondante, credibile. Questi libri devono contenere - e contengono - qualcosa di più profondo, di peculiarmente umano e viscerale capace di parlare alla nostra umanità, alla nostra identità come persone. Come scrive l’autrice nella prefazione: La qualità di qualsiasi grande classico è proprio questa, aiutarci a comprendere quali elementi ci costituiscono, quali confini delineano la nostra identità, quali decisioni disegnano la nostra personalità.” 

L’autrice identifica questo “qualcosa di più profondo” nel tema della morte, talmente potente e dominante nella saga da costituirne al contempo un sostrato, a volte silenzioso e invisibile altre dichiarato ed evidente, il fil rouge e la linea netta di demarcazione tra eroi e cattivi. Partendo sempre e comunque dal testo Harry Potter (e mai applicandogli etichette di pensiero filosofico esterne, mai mettendo in bocca ad autrice e personaggi parole e pensieri non loro), l’autrice ne estrae, brano dopo brano, una riflessione coerente, certamente in parte già colta durante la personale lettura della saga, ma da lei esposta organicamente, e con spunti ed esiti spesso illuminanti

Intensa e assolutamente convincente la sua rilettura di ogni brano, passaggio, dialogo, a solida costruzione della tesi sulla dicotomia morte-amore, esposta nei quattro capitoli tematici (Perché i Doni? – La magia e la morte – Peggio della morte – Amore e morte); suggestivi e sorprendenti i parallelismi che emergono dalle figure di Silente e Piton per similarità da una parte, e Harry e Volemort per antitesi dall’altra, nei capitoli dedicati a i singoli personaggi (La morte per amore di Severus Piton – Tom Riddle – Dismorfia – Albus Silente – Il bambino sopravvissuto). 

Consigliato a tutti. A coloro che hanno amato Harry e lo vorrebbero rivivere, con una luce in più ad accompagnarli nella lettura; a coloro che, o perché troppo giovani o perché prevenuti, ne hanno fatto una lettura inconsapevole e tiepida; a coloro che sminuiscono la potenziale portata della letteratura di genere e che quindi non hanno mai letto la saga. Sarà un bel viaggio!

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