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Ho aperto questo piccolo spazio per me, per raccogliere recensioni ed articoli scritti in questi anni come blogger (per Diario di Pensieri Persi) e redattrice (per Speechless Magazine e urban-fantasy.it), ma soprattutto come la lettrice maniaco-compulsivo-ossessiva che sono da sempre (eccomi su aNobii). Ma se tu, che ci sei capitato per caso, trovassi qualcosa di utile o interessante e magari desiderassi fermarti un poco per confrontarci e scambiare qualche chiacchiera sui libri, non potrò che esserne felice.

venerdì 24 agosto 2012

"Il romanzo di una geisha", il regalo di un autore anonimo

Acquistai questa copia consunta e ingiallita dal tempo nel 2002 in un mercatino dell’usato, senza lontanamente immaginare si trattasse di un libro considerato raro e introvabile, e senza preoccuparmi dei contenuti squisitamente erotici del romanzo. Ero nella mia fase più intensa e totalizzante di innamoramento per il Giappone, quella tipica dei primi tempi in cui tutto ciò che appartiene a quel che si ama è meraviglioso e fonte di emozioni prepotenti; per cui, mi sentivo affamata di contatti, di informazioni, di esperienze che lo riguardassero, e il mio amore investiva qualunque cosa: lingua, cultura, religione, storia, letteratura, manie e bizzarrie incluse. 

Così, la prima volta che lessi questo volumetto fui assorbita solo dai dettagli storici e dai termini giapponesi, dagli scorci che apriva sulle strade dello Yoshiwara, dalle tradizioni e dalla mentalità che emergevano in ogni episodio narrato. Oggi, a distanza di dieci anni di vita ed esperienze personali, di studio della lingua, della cultura e della religione giapponesi, e, infine, di numerose letture, leggere Il romanzo di una geisha è stata un’esperienza più consapevole, un viaggio non solo della mente, ma anche della memoria e dei sensi. 

Lontano dalla poesia e dalla delicatezza romanzate in Memoirs of a Geisha di Arthur Golden, come dagli intenti didascalici di Geisha di Lesley Downer e da quelli autobiografici di Geisha. A life di Mineko Iwasaki, e ancora più distante dalla denuncia sociale e dal rimpianto nostalgico di Ude Kurabe di Nagai Kafu*, Il romanzo di una geisha racconta con uno stile spesso prosaico e un linguaggio asciutto ed esplicito la breve vita pubblica di Lily, una cortigiana – e non una geisha – apparsa dal nulla nella bottega di un umile commerciante e svanita allo stesso modo dalle stanze del Mikado in persona, dopo esser divenuta la regina incontrastata dello Yoshiwara, il quartiere ghetto del piacere di Tokyo.

Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1907 in tiratura limitata (500 copie) e distribuito solo ai membri della Società Erotica del Giappone, non fu un romanzo d’appendice destinato a lettori comuni, ma intendeva essere un’opera raffinata per pochi, arricchita dalle riproduzioni dei dipinti di Uramaro (così nell’introduzione alla mia edizione; probabilmente si tratta di Utamaro Kitagawa, 1754-1806, uno dei maggiori artisti giapponesi, noto soprattutto per i numerosi dipinti ispirati proprio alla vita nello Yoshiwara). Il romanzo pone l’accento sulla predisposizione all’appagamento sessuale di Lily, requisito fondamentale per la vocazione alla vita da cortigiana e per la realizzazione di un’opera erotica sofisticata, che non scada nel patetico, nel decadente o, peggio, nel violento

Le vie della vita di una donna sono oscure, onorevole lettore. Chi può dire come sia accaduto che Lily, dopo aver rifiutato strenuamente di divenire una prostituta allo Shin-Yoshiwara, fu ricondotta così docilmente all’ovile? […] Ho pensato che forse ella desiderava così ardentemente il contatto con gli uomini che non poteva essere soddisfatta dai pochi uomini con cui avrebbe fatto all’amore come geisha. Per la maggior parte del tempo avrebbe dovuto cantare, danzare e discorrere amabilmente, il tutto come cornice dell’atto amoroso. Ciò, per lei, rappresentava solo una perdita di tempo. Nello Yoshiwara avrebbe avuto più uomini di quanti se ne possano vedere al Fujiyama. Ma questa spiegazione è solo una congettura. O forse, è sufficiente dire che le vie della vita di una donna sono oscure.” 

Spinta da questo ardore, da questo “amore per l’amore”, la protagonista vive ogni tipo di esperienza erotica e sessuale, descritta sempre con dovizia di particolari eppure mai una volta in modo volgare. Sembra piuttosto che l’autore anonimo stia dispiegando un rotolo di shunga, i tipici dipinti erotici dell’arte giapponese (di cui proprio Utamaro fu uno dei massimi artisti), dei quali il racconto mantiene la raffinatezza e l’esposizione esplicita, la sensualità e la didascalicità. 

Ma il romanzo non si limita all’esplorazione della dimensione erotica, né all’interessante parabola della vita della giovane protagonista; come appare già dal brano sopra citato, il testo è ricco di riferimenti culturali e storici e risulta un affresco del mondo segreto e misterioso, indecente eppure invitante, dello Yoshiwara

“La strada incominciò a riempirsi di gente. Sembrava che le strade vivessero e respirassero come esseri umani. I venditori di riso gridavano, decantando la loro merce per far concorrenza ai venditori di frutta e sakè che si affollavano per le strade. I venditori di giornali agitavano fogli di carta di riso sui quali erano stampate poesie. Chiromanti, venditori di sapone, parrucchieri per donna, danzatori, cantanti di canzoni popolari, attori, scrittori e fedeli, suonatori di flauto, tutti contribuivano con le loro grida e i loro gesti all’eterna canzone dello Yoshiwara. Mendicanti si fermavano dinnanzi ai piccoli bordelli aspettando gli avanzi lasciati loro dagli ospiti, masticando e divorando i rifiuti come maiali. Questo è l’ambiente che viveva e si muoveva davanti alla casa in cui era Lily.” 

Non ho trovato alcuna informazione su quest’opera, né alcun documento esterno che vi facesse riferimento; reperire dati e notizie circa l’originale, poi, è impresa ardua in mancanza di autore e titolo giapponese. Quel poco che ho riportato in questo commento circa la stesura e la diffusione del romanzo, è tratto dalla breve introduzione presente nella mia copia, ma non ho modo di verificare che corrisponda al vero. Sarebbe davvero auspicabile una nuova edizione di questo volumetto ormai introvabile, la cui unica pubblicazione in Italia risale al 1971 per opera di Dellavalle Editore; corredata, possibilmente, di informazioni, introduzione critica e magari dei prestigiosi lavori di Utamaro che abbellivano la versione originale. 


* EDIZIONI ITALIANE 

Memorie di una geisha, Arthur Golden, TEADUE 2000 
Geisha. Storia di un mondo segreto, Lesley Downer, Piemme 2002 
Storia proibita di una geisha, Mineko Iwasaki, Newton Compton 2012 
La luce della luna, Nagai Kafu, Castelvecchi 2011

2 commenti:

  1. Finalmente riesco a trovare informazioni e soprattutto una recensione approfondita di questo libro "fantasma". L'ho trovato nella polverosa libreria di mia nonna e sono rimasta colpita dal fatto che il romanzo fosse scritto da un anonimo.
    Grazie mille!

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